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Maurizio de Giovanni trasporta l’intera vicenda nella Napoli contemporanea, dove i “junk shop” si chiamano “puteche” e ospitano un’umanità al limite degna di certi capolavori di De Filippo. Don (Tonino Taiuti) conserva il proprio nome originale, ma come diminutivo di Donato: è un piccolo uomo che vorrebbe fare il pezzo grosso ma ha il cuore tenero, e viene immaginato come un napoletano al quale il sogno americano fa disprezzare la musica napoletana, stendere bandiere a stelle e strisce nel negozio e infilare in bocca parole inglesi.